giovedì 21 luglio 2016

Increspature dello Spazio

Ogni volta che ci si trova di fronte ad una manifestazione della Natura, sia in una escursione, o in un viaggio, o semplicemente di fronte ad una immagine particolarmente evocativa, è normale stupirsi della grandezza del mondo e della sua bellezza. Per chi crede, è spontaneo lodare il Signore che di tutto questo è l'artefice. Per chi fatica a credere in una entità superiore e creatric  il senso di stupore non è da meno.
Uno spumeggiante salto d'acqua, una parete che ci sovrasta per centinaia di metri, una distesa di verde senza soluzione di continuità, la sorpresa del cielo stellato  inducono con facilità domande sul senso dell'esistenza, e sul ruolo che noi, piccoli umani, abbiamo nel mondo.
I nostri sensi percepiscono in modo immediato la grandezza, la vastità, la potenza della natura in tutte le sue forme.

Più difficile stupirsi di ciò che è oltre il nostro orizzonte visivo.
Vediamo le stelle, ma non ne percepiamo la distanza. Vediamo il sole sorgere e tramontare e, come i nostri antenati, pensiamo istintivamente che sia esso a girare intorno alla Terra e non viceversa.

Per capire veramente la vastità dell'universo, l'uomo ha dovuto studiare. Rifiutare ciò che i sensi suggerivano e analizzare il mondo con metodo scientifico.
 E lo stupore è ancora più grande.!
Non solo ruotiamo intorno al sole. ma lo facciamo alla velocità di 108.000 chilometri all'ora. Siamo lontani dal Sole che ci acceca 150 milioni di chilometri, e la sua luce impiega più di otto minuti per giungere a noi.
Cose che non riusciamo ad immaginare.
E se il sole è a otto minuti luce, la stella più vicina dista circa quattro anni luce, ovvero quel puntino nel cielo è la luce che aveva quattro anni fa. Nel frattempo magari si è spenta.
 E ci sono stelle che al confronto il nostro Sole ( enorme rispetto alla Terra) è solo un bruscolino.


Ma la cosa più stupefacente è pensare la nostra esistenza nell'universo in termini di spazio e tempo.
Perchè in fondo non siamo altro che increspature nel tessuto spaziotemporale dell'universo.

In questo ci viene in aiuto Carlo Rovelli, con le sue Sette Brevi Lezioni di Fisica, breve libro alla portata di tutti.
Suggerisce chiavi di lettura per la relatività generale, per la fisica delle particelle, i quanti, i modelli cosmologici.  La realtà che scaturisce dagli studi della fisica moderna non è certo quella che appare agli occhi di noi profani. Ed è una realtà che ci colma di stupore, che cambia i punti di vista.

"Ci rendiamo conto che siamo pieni di pregiudizi
e la nostra immagine intuitiva del mondo è parziale, 
parrocchiale, inadeguata.
Il mondo continua a cambiare sotto i nostri occhi, 
man mano che lo vediamo meglio."

Immersi come siamo in questo universo che stiamo imparando ad osservare, ci chiediamo chi siamo veramente.

"Questo  mondo strano, variopinto e stupefacente che esploriamo,
dove lo spazio si sgrana, il tempo non esiste 
e le cose possono non essere in alcun luogo, 
non è qualcosa che ci allontana da noi:
è solo ciò che la naturale curiosità ci mostra della nostra casa.
Della trama di cui siamo fatti noi stessi.
Noi siamo fatti della stessa polvere di cui sono fatte le cose
e sia quando siamo immersi  nel dolore 
sia quando ridiamo e risplende la gioia
non facciamo che essere quello 
che  non possiamo che essere:
una parte del nostro mondo."

 e ancora:

"Qui, sul bordo di quello che sappiamo,
a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo,
brillano il mistero del mondo,
la bellezza del mondo,
e ci lasciano senza fiato."

 


martedì 19 luglio 2016

Prospettive

La vista cambia continuamente.

Superi un dosso, aggiri un versante, 
esci dal folto di un bosco,

e ciò che vedi muta in continuazione.
Ogni curva di sentiero 
porta i tuoi occhi su paesaggi differenti.
In montagna, dove le prospettive cambiano 
al cambiare della luce del giorno, 
al mutare del clima, 
al girare del vento che piega 
le cime degli alberi.

Dalla montagna impari a cambiare punto di vista, ad adeguare il tuo progetto di cammino alle condizioni e agli imprevisti che incontri.
E nell'esperienza di adulto in  mezzo a  giovani e adolescenti, presente ma  non protagonista, bensì al servizio, ritrovi questa necessità di cambio di prospettiva.
Non è importante il ruolo, ma la disponibilità, non le intenzioni, ma l'adattarsi. 
Vivi, al pari di loro, la precarietà di una tenda, l'esposizione nuda (metaforicamente, s'intende) al vento, al sole, alla pioggia al freddo. Accompagni il loro cammino, fornendo sostegno e pazienza. Accetti l'acqua fredda per lavarsi la mattina, la doccia dopo che tutti sono andati a dormire, l'incessante andirivieni per la preparazione del cibo ( e mangiano come gli hobbit, cinque volte al giorno!). Ami l'avventura condivisa, il sudore della salita, l'adrenalina del tuffarsi da altezze che mai nella tua giovinezza avresti affrontato, il disagio del risveglio in una tendina ricoperta di ghiaccio.
E questo ti cambia.

Impercettibilmente, sposta l'asticella delle cose importanti.
E disagi quotidiani del lavoro abbassano il loro score. Sono fastidiosi, ma non così importanti. 
Le bollette da pagare, gli appuntamenti da rincorrere. Da fare, ma non così importanti.
L'ultimo film da vedere, canzone da ascoltare, spettacolo cui assistere. Belli, ma non così importanti.

Importa vivere una famiglia, una amicizia, una comunità.
E preghi per aver la forza di farlo.



------------------------------------------
Su l'esperienza di campeggio e montagna ho già scritto:


Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.