lunedì 27 agosto 2012

Molto forte, incredibilmente vicino



La prima volta che vidi il trailer del film tratto dal libro omonimo fui veramente colpito.  Le immagini dell'11 settembre, lo struggimento del ragazzino protagonista che perde il padre, le musiche degli U2 , lasciavano presagire un'opera che scavava nei sentimenti e che avrebbe  certamente non lasciato indifferenti gli spettatori. 
Ma non sono uno che corre al cinema ad ogni occasione, e ho archiviato il film tra  quelli "da vedere", lista piuttosto lunga di titoli che  non esauriro` mai.
La stessa faccia angosciata del ragazzino mi ha salutato dalla fascetta allegata   al  libro.   L'ho preso in mano e sfogliato,  non aspettandomi granche` di piu di quanto gia` provato con il trailer.
Invece mi hanno  colpito le illustrazioni, le pagine bianche con una sola riga, le cerchiature in rosso sugli articoli di giornale.
L'autore usa un modo di scrivere non convenzionale. Entra nel profondo dell'anima del ragazzo protagonista, scavando con spietata delicatezza nelle ansie e paure di un bambino che ha perduto il padre e non ne comprende il motivo. Ansie e paure che si annidano anche nelle vicende dei nonni, che scorrono parallele e solo in chiusura si riannodano  ( anche se per poco) per amore del nipote e del figlio perduto.
Spassosa, per contro, la corrispondenza che il ragazzino tiene con personaggi della scienza quali Stephen Hawking e  Jane Goodall.
In confronto a tanta letteratura prolissa che proviene dal continente americano, un capolavoro. 

Un libro che non aiuta a trovare risposte, ma almeno a porsi domande.


Molto Forte, Incredibilmente vicino, di Jonathan S. Foer, ed. Guanda

martedì 21 agosto 2012

Cose che mi sono capitate *

Non ho fatto vacanze in luoghi straordinari o degni di essere descritti in qualche guida. Non ho nemmeno fatto avventure degne di tale nome. Ho semplicemente vissuto alcune esperienze semplici, quelle che tutti noi possiamo provare. Ma raccoglierle e dar loro  un corpo scritto puo` essere un primo contributo alla creazione di un percorso narrativo che sfocia in un racconto o romanzo. Per questo le ho annotate sul taccuino:


  • Ho avuto il battesimo della sella. Capirai, dira` qualcuno, ma a 49 anni, capire che gli animali non sono come le auto, non li si deve guidare ma convincere, per me e` un grande risultato. Eppoi, girare per la valle con lo sguardo a piu` di due metri e mezzo  di altezza, fa tutta un'altra impressione
  • Ho concentrato in una sola escursione quello che potevo fare in due o tre: sei ore di cammino, per uno non allenato come me, si sentono.
  • Dopo una vita a cercare scoiattoli nei boschi di montagna, li trovo nella pineta di un agriturismo di Eraclea Mare. C'era anche una ghiandaia.
  • Ho visto un uomo di settant'anni commuoversi all'ascolto dell'Ave Maria di Gounod durante la celebrazione del suo cinquantesimo di matrimonio. L'Ave Maria la cantavo io, a mio modo - un po' rock. Ero fuori allenamento, ma ho fatto molte prove. Il parroco era d'accordo ( non se fosse stata quella di Schubert ).

* Il titolo e` un riferimento al diario del protagonista di "Molto forte, incredibilmente vicino, di J.S. Foer, da cui e` stato tratto l'omonimo film, e di cui parlero` in un prossimo post.

sabato 4 agosto 2012

Le parole non dette

Gli esperti sono convinti dell'impossibilita` per l'uomo di non comunicare: e` questo il primo dei cinque principi che lo psicologo Paul Watzlawick, con altri colleghi della Scuola di Palo Alto (Mental Research Institute ), California, hanno enunciato in merito alla comunicazione umana.
Anche quando un individuo decide con coscienza di escludersi da qualsiasi consesso comunicativo, in quell'istante comunica una informazione e quindi, di fatto, comunica.

Fenomeni fisici che trasmettono informazioni
Questo e` possibile, a mio parere, per due motivi. Il primo e` dettato dal fatto di essere comunque parte di una comunita`, che e` quella dell'animale uomo,  alla quale si e` intrinsecamente legati. Il secondo e`  a causa sempre della natura umana che cerca significati non solo nelle relazioni tra individui, ma anche tra essa e il mondo circostante. Magari detto in modo improprio, questi continuamente emette messaggi, anche dalle cose inanimate, che l'uomo rielabora per creare il proprio universo di significati e per muoversi in esso. Il rosso dei frutti maturi indica la disponibilita` del cibo, l'emissione periodica di radiazioni indica che la stella studiata e` del tipo pulsar, il rosso del semaforo indica l'ingiunzione a fermarsi ( ma questo e` un messaggio umano mediato da un sistema automatico), tremori e esplosioni accanto ad un vulcano indicano una imminente eruzione. La nostra capacita` di elaborare informazioni e` in grado di analizzare anche messaggi non specifici.
E` necessaria tuttavia almeno un senso di empatia, una relazione di vicinanza non solo fisica. una attenzione non passiva. Nel consesso umano l'empatia viene naturale, facilitata dalla comunicazione non verbale che anche chi vorrebbe estromettersi dal contesto comunicativo inevitabilmente fa ( ad esempio incrociando le braccia, allontanando lo sguardo  o uscendo da una stanza, in questi modi indica la sua volonta` di non comunicare, ma inevitabilmente un messaggio lo produce.

Un insolito modo di comunicare
In ambito letterario, il non comunicare acquisisce altri significati.
Puo` essere un artificio, trascurando di dare informazioni  che verranno poi svelate successivamente, creando nel lettore quel pathos che spinge a proseguire nella lettura.
Si possono omettere particolari, sottointendere caratteristiche che non siano essenziali alla prosecuzione della storia.
C'e` un altro modo di omettere parte della comunicazione.
Si tratta di usare le parole giuste affinche` non ne siano necessarie altre. La narrazione si scava nella roccia dura, trarne fuori la parola adatta e` una fatica che viene poi ripagata dall'eleganza dell'essenzialita`.
Questa tecnica e` vincente se si riesce ad instaurare con il lettore quell'empatia che nel rapporto personale e` possibile attraverso i gesti, le espressioni, gli atteggiamenti.
Visto che pero` le dimensioni sono appiattite sulle pagine del libro ( o dello schermo) in quale modo ricreare quell'empatia?  Sempre con le parole. Dunque la difficolta` dell'utilizzo di un linguaggio essenziale e` duplice: rendere la narazione completa  con una linea descrittiva il piu` possibile pulita, catturare il lettore  affinche` entri nel para-universo che l'autore sta descrivendo,
Fatica improba, possibile solo a pochi.
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.