giovedì 28 giugno 2007

Il grande fratello

Non sempre sulla prima pagina di un giornale è concentrata tanta saggezza: su Avvenire di oggi segnalo il bel Mattutino ( cercate quello del 28 giugno 2007) di Gianfranco Ravasi sulla simbologia del Grande Fratello e sul rischio che corriamo se non teniamo desta l'attenzione sulla verità e sulla libertà. Questo commento è tanto più significativo per il fatto di provenire da un uomo di Chiesa , Chiesa che è oscillata pericolosamente negli anni ( e qualche volta, almeno in parte delle sue gerarchie, anche oggi ) verso gli stessi abissi del Grande Fratello di Orwell.
Da leggere è anche l'editoriale sul cambio della guardia alla guida politica della Gran Bretagna: traccia un parallelo tra i comportamenti dei politici italiani rispetto al resto dell'Europa. Un vizio brutto, quello del reclamare a tutti i costi una poltrona. Un vizio che, lo abbiamo visto, non risparmia la nostra Cernusco

martedì 26 giugno 2007

il curioso in Libreria - Luglio-Agosto 2007

Rubrica letteraria sul bollettino Voce Amica di Cernusco s/N



C’è un trucco che può rendere più piacevole una vacanza, anche se guastata dal maltempo o da attese inaspettate in aeroporto: la lettura. Però le demenziali avventure dei VIP, o i gossip su dove vanno in vacanza le star, o gli istant book solitamente ricchi solo di storielle sceme lasciatele a chi non fa che vivere, tutto l’anno, una vita vacante, e si specchia nelle vite delle personalità pubbliche per non vedere la mediocrità della propria.
Prima di partire passate per una libreria ed acquistate uno o più volumi ( io vi consiglio la Libreria del Naviglio, nella quale trovate ciò che vi suggerisco, ma se siete già al mare fanno un po’ fatica a portarvi i libri ).
Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
C’è il nuovo Camilleri, che pur con una ripetitività sugli stereotipi del personaggio Montalbano, ci dona ancora una volta una storia che scava con ironia nell’anima della gente di Sicilia, alle prese con vecchie e nuove mafie ne La pista di Sabbia.
L’anima ecologista de L’uomo che piantava gli alberi , di Jean Giono, ci insegna che “La felicità è una ricerca.Occorre impegnarvi l'esperienza e la propria immaginazione”. Nelle poche pagine di questo libretto si impara la saggezza di progettare la propria vita non solo in funzione di se stessi, ma soprattutto della generazioni future.
Per i ragazzi vale la pena leggersi le avventure di Tobia, un millimetro e mezzo di coraggio, in attesa dell’arrivo dell’ultimo Harry Potter (chi conosce a sufficienza la lingua può acquistare l’edizione inglese, disponibile dal 21 luglio - giusto per ostentarla sotto l’ombrellone a ferragosto, per l’edizione italiana si dovrà attendere la fine dell’anno ).
E ancora suggerisco 7 km da Gerusalemme, di Pino Farinotti un incontro con Gesù romanzato, che spinge ad interrogarsi su quanto sappiamo veramente su quell’Uomo che ha segnato la Storia.
Per chi non teme di confrontarsi con il cinismo della vita , Niccolò Ammaniti sferza il perbenismo con il suo Come Dio comanda, ritratto vivace e grottesco della società contemporanea, che conferma l’autore come uno dei più vivaci ( e capaci di far pensare) nel panorama italiano. Niente a che vedere con Moccia, insomma.
Per finire, Khaled Hosseini , dopo il grande successo de Il cacciatore di aquiloni racconta ancora il suo Afghanistan in Mille splendidi soli, storia di famiglia, amicizia e fede.
Buone Vacanze.
Il vostro curioso (lorisnavoni@gmail.com)

mercoledì 20 giugno 2007

Perchè scrivo

Si scrive perchè si intravede uno spiraglio di luce nella caverna scura della vita, e lo si racconta agli altri.
Non si è più bravi di altri, solo più fortunati. Chi scrive ha il dono di poter comunicare agli altri la scoperta di quel barlume di luce e, come il primo marinaio che avvista la terra dopo mesi di oceano, ha pure il dovere di farlo.

lunedì 18 giugno 2007

Pensa differente

Ecco i pazzi.
I disadattati.
I ribelli.
I contestatori.
Quelli sempre al posto sbagliato.
Quelli che vedono le cose in modo diverso.
...

Puoi lodarli, disapprovarli, citarli,
Puoi non credere loro, puoi glorificarli o denigrarli.
Ma ciò che non potrai fare è ignorarli.
Perché loro sono quelli che cambiano le cose.
Inventano. Immaginano. Curano.
Esplorano. Creano. Ispirano.
Mandano avanti l'umanità.
Forse devono per forza essere pazzi.
Altrimenti come potresti guardare una tela vuota e vederci un'opera d'arte?
O sedere in silenzio e sentire una musica che non è mai stata composta?
O guardare un pianeta rosso e immaginare un laboratorio su ruote?
...

E se alcuni vedono la pazzia, noi vediamo il genio.
Perché le persone così pazze da pensare di poter cambiare il mondo
sono quelle che lo cambiano.


(Think different, campagna pubblicitaria Apple, anni '90 )

venerdì 15 giugno 2007

Sopra di noi l'universo


Abbiamo una conoscenza delle cose che è così ampia da andare al di là di ogni nostra aspettativa.

Sappiamo con relativa precisione l'età dell'universo, come è composta la materia, le caratteristiche del nostro corpo e come si comporta la nostra mente.

Ma a che serve?

Il nostro orizzonte fisico è limitato, così come le nostre capacità: Possiamo forse smuovere una stella? Possiamo attraversare una galassia in un tempo ragionevole? O vedere i movimenti degli atomi ?

Possiamo solo sperare di vivere per un tempo che è un battito di palpebre rispetto all'età dell'universo. Siamo per lo più confinati in questa sfera di roccia protetti da un velo di gas che potrebbe essere spazzato via da uno starnuto del sole.

Che vale dunque vivere con questa prospettiva?

Possiamo soltanto vivere cercando di dare il meglio di noi stessi, affinchè la nostra vita abbia un senso nel mettere a disposizione qualcosa per gli altri.

lunedì 4 giugno 2007

Quando un figlio diventa uomo

Professione di fede - adolescenti 1993


Ho notato l’altra sera, con sorpresa, che gli occhi del mio figlio maggiore che mi stava parlando erano alla stessa altezza dei miei, Dunque è alto come me, forse di più, tra breve mi guarderà dall’alto al basso.
Sarà perché è la prima volta, ma è strano.
Da quattordici anni sono abituata, per parlare con i miei figli, a chinarmi.
E ora mi accorgo che il grande mi sta di fronte, fisicamente quasi adulto;
e mi attraversa un sentimento strano, fra l’orgoglio e il disorientamento.

Non posso non ricordare che – appena ieri – si aggrappavano a me per camminare; poi sulle scale, un giorno si sono liberati dalla mia mano dicendo: “Da solo! Sono grande, ormai!”. Poi puntualmente inciampavano nei gradini troppo alti, acciuffati un attimo prima di rotolare a terra.
Riaffiorano alla mente le tappe della loro crescita.
Rivedo le facce fiere e un po’ spaventate del primo giorno di scuola.
Recite di Natale e poesie a memoria, e pomeriggi gelati ai bordi di un campetto da calcio dove un branco di ragazzini si azzuffava senza riuscire a trovare il pallone.
E sempre, per quattordici anni, loro erano piccoli, e io grande. Io che li proteggevo, loro protetti.

Sicché quello sguardo scambiato alla pari, l’altra sera, è il principio di una rivoluzione. Tuo figlio è grande, e non ti capaciti di come sia successo così in fretta; né sai davvero come sarà, d’ora in poi, lo stare di fronte a quello che non è più il tuo bambino.
Che emozione in quell’improvviso riconoscere, in tuo figlio, un uomo.

È lo stupore antico delle madri e dei padri, una generazione dopo l’altra, nel sentirsi silenziosamente superati.
E il ringraziamento sgorga per chi ha aiutato tuo figlio nel sorpasso, dagli insegnanti che in questi anni lo hanno accompagnato nella scoperta del sapere, agli educatori, che sono cresciuti insieme a lui come fratelli maggiori, e a don Andrea, tenace costruttore e guida di un cammino che trova compimento oggi, nella loro Professione di Fede.
Vai, dunque! Parti! Vorresti sapergli dire con la faccia lieta di chi sia certo di un lieto destino. Ma non ci riesci, per quanto ti sforzi, e quello sguardo sul figlio, alto ormai più di te, diventa troppo lungo e pensieroso.

“Cos’hai? Perché mi guardi così?” chiede lui stupito, lui che non sa e che ancora non potrebbe capire. Niente, rispondi , ma non è vero.
In un istante qualunque di una sera come tante è cambiata , in silenzio, una stagione – come quando ci si alza al mattino e l’aria fresca dice che, in una notte, l’estate è finita.

Libero adattamento da un articolo di Marina Corradi (Noi Genitori e Figli, del 25 marzo 2007) , elaborato da Gabriella e Loris Navoni
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.